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Il divario di genere nelle materie tecnico-scientifiche (STEM): c’è bisogno di (più) donne, sin da bambine

24-03-2021 17:14

Lucia Musmeci

Mondo genitori, Genitori 3-8, Family News, Psicologa Digitale, stem, divario di genere,

Il divario di genere nelle materie tecnico-scientifiche (STEM): c’è bisogno di (più) donne, sin da bambine!

Sempre meno le donne impiegate nelle discipline scientifiche. Sarebbe necessario introdurle in questo mondo fin da bambine.

Nonostante negli ultimi anni vi sia stata una maggiore attenzione sul tema, il rapporto tra le donne e le discipline STEM è tuttora piuttosto complesso, “fragile” e ostacolato, complice un certo pregiudizio, ancora molto radicato, secondo cui le materie scientifico-tecnologiche (“STEM” è un acronimo che sta per Scienza - Science, Tecnologia - Technology, Ingegneria - Engineering, e Matematica - Maths) sono solo (o soprattutto) “cose da maschi”.

 

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Come riportato nel 2020 da Osservatorio Talents Venture e da STEAMiamoci (con la supervisione di Centro Studi Assolombarda), infatti, “nell’ultimo anno accademico, tra tutti gli
iscritti alle facoltà STEM (materie tecnico-scientifiche), le studentesse rappresentavano solamente il 37% [...], mentre nei corsi non-STEM la partecipazione femminile riscontrata era pari al 62% [...].

 

Cambiando prospettiva, fatto 100 il numero delle ragazze iscritte all’università, 82 frequentavano corsi di laurea non scientifici, mentre 18 si dedicavano allo studio delle discipline
STEM [...]. Numeri inferiori rispetto a quelli fatti registrare dagli uomini, per i quali fatto 100 il numero dei ragazzi iscritti all’università, 39 frequentano discipline STEM [...]” (ibidem, p.10).

 

In alcune discipline STEM, inoltre, questo divario di genere si osserva in modo particolare.

“Infatti, se è vero che vi sono tante donne nei corsi classificati come STEM, tuttavia andando a guardare il dettaglio dei singoli corsi di laurea si scoprono delle aree in cui il gender gap è decisamente accentuato, come ad esempio i corsi in Ingegneria Elettronica e dell’Informazione.


In questi corsi solo il 20% è donna (contro il 37% di media per tutto il gruppo STEM)” (ibidem, p.22).

Il divario di genere si manifesta inoltre anche fuori dall’Università, nel mondo del lavoro: le donne, infatti, pur avendo migliori risultati accademici, trovano meno spesso lavoro in ambito STEM, e comunque guadagnano di meno rispetto ai loro colleghi uomini (ibidem).

 

Dati preoccupanti, ma anche molto interessanti, se consideriamo che alla domanda “Saresti più convinta di perseguire una carriera nelle STEM se sapessi che uomini e donne vi sono ugualmente impiegati?” quasi il 70% delle ragazze italiane tra gli 11 e i 18 anni, intervistate nel 2017 da Microsoft per la ricerca “Europe’s girls aren’t studying STEM?”, risponde di essere “fortemente d’accordo” o “d’accordo”.

 

Siamo di fronte, dunque, ad situazione capace ancora di influenzare pesantemente le scelte accademiche e professionali delle giovani donne italiane, in direzione di una limitazione delle
loro possibilità di realizzazione personale e professionale.


Ma non è solo questo il problema.


Non sono solo le donne, cioè, a uscirne sconfitte da questi numeri: la mancanza, o almeno la carenza, di donne in ambito STEM è una perdita per l’intera società.


Le donne, in quanto portatrici di punti di vista ed esigenze differenti, possono infatti integrare le prospettive individuate dagli uomini, e contribuire così alla realizzazione di progetti più complessi ed inclusivi: di progetti ideati da uomini e donne e rivolti a tutti gli uomini e a tutte le donne.

 

Senza questa possibilità, senza questa integrazione, senza questo confronto arricchente tra posizioni spesso diverse e complementari, tutto questo è, invece, impossibile da mettere in
pratica e si rischia di trascurare seriamente anche interi gruppi di individui, relegati ed abbandonati ai margini della società.

 

Ed è proprio per questo che c’è bisogno di (più) donne, sin da bambine, nelle STEM.

Ma soprattutto è proprio per questo che si rivela fondamentale ed urgente che tutti, uomini e donne insieme, possano riflettere su questo divario di genere, sulle sue origini e sui possibili
interventi: colmare il divario di genere nelle STEM è, cioè, un interesse di tutti, e non solo delle donne.

 

Sitografia:
● A cura di: Osservatorio Talents Venture, STEAMiamoci, con la supervisione di Centro
Studi Assolombarda (2020). Osservatorio Talents Venture e STEAMiamoci sul Gender
Gap nelle facoltà STEM EDIZIONE 2020:
https://www.assolombarda.it/media/comunicati-stampa/osservatorio-talents-venture-e-st
eamiamoci
● Microsoft (2017). Why Europe’s girls aren’t studying STEM:
https://news.microsoft.com/europe/features/dont-european-girls-like-science-technology/