Sono Lucia Musmeci, sono una Psicologa, e più precisamente una Psicologa Digitale...o almeno a me piace presentarmi così!
Sì, perchè “Psicologa” è la definizione ufficiale data alle donne che, dopo la formazione universitaria adeguata e dopo l’apposito esame di abilitazione, si iscrivono all’Albo degli Psicologi Italiani, mentre “Psicologa Digitale” è la definizione “ufficiosa” che mi sono data da sola, prendendo spunto da un collega del Nord con interessi ed ambiti di intervento simili ai miei.
Perchè “Psicologa Digitale”?
Perchè, proprio in quanto Psicologa, ciò di cui principalmente ho scelto di occuparmi è l’Educazione Digitale.
Cos’è l’Educazione Digitale?
Beh, una definizione, il più completa possibile, potrebbe essere la seguente: l’Educazione Digitale è l’educazione all’uso sano e positivo dei dispositivi digitali (smartphone, tablet e computer) e al comportamento responsabile e consapevole nei vari ambienti digitali (web in generale, social network, chat e videogiochi, in particolare).
Non c’è sicuramente bisogno di illustrare nel dettaglio quanto questa tematica sia attuale nella nostra società che è sempre più digitale, con tutti i pro ed i contro che possono derivare da questa rapida ed incessante digitalizzazione.
Non c’è bisogno perchè tu vivi in questa società, ci vivi in quanto individuo ma anche in quanto genitore, e gli effetti di questo fenomeno li hai davanti agli occhi quotidianamente, tanto che probabilmente anche adesso, leggendo queste righe, ti sarà venuto in mente qualche episodio particolare correlato a tutto ciò!
Se mi consenti adesso di azzardare un’ipotesi, ti dirò che immagino che l’episodio (o anche gli episodi, se più di uno) suscitato dalle mie parole, è caratterizzato prevalentemente una tonalità più o meno negativa: magari la piccolina di casa che urla perchè le hai appena tolto lo smartphone, o tuo figlio preadolescente piazzato davanti alla PlayStation che urla “un attimo!”quando lo chiami per la cena, o ancora tua figlia adolescente che, anche quando a tavola ci sta, non fa altro che chattare tutto il tempo con le sue amiche.
Se per caso dovessi aver indovinato la tonalità dei tuoi pensieri chiarisco subito che ciò non è dovuto alle “famose” abilità predittive degli psicologi, ma a qualcosa di molto più realistico e semplice: l’osservazione e l’ascolto di tanti genitori come te che, ogni giorno, sperimentano frustrazione, ansia e confusione di fronte ad episodi del genere.
Ma come ho accennato prima,
la digitalizzazione porta con sè dei contro, ma anche molti pro e molti strumenti di tutela che però, molto spesso, non vengono adeguatamente considerati dagli adulti semplicemente perchè non ne sono a conoscenza!
Non sono molti, infatti, gli adulti che riescono a stare al passo con tutte le varie innovazioni tecnologiche del nostro periodo storico: ogni tot di tempo escono tot applicazioni nuove, e sono così “nuove” anche nel modo di presentarsi che, a primo impatto, può risultare veramente complicato comprendere cosa propongono e come funzionano!
Però, c’è un però, e, a mio parere, è davvero un grande però da tenere assolutamente in considerazione: i tuoi figli quelle applicazioni le usano ogni giorno, più che usarle in realtà le vivono, e ciò nonostante tu tali applicazioni neanche le conosca.
Sì, perchè loro sono nativi digitali
e, come tutti i loro coetanei, il digitale lo conoscono bene da questo punto di vista: ciò che a loro manca, e che a un genitore no, è piuttosto la consapevolezza necessaria a riconoscere in situazioni ambigue potenziali rischi, di varia tipologia, dagli effetti potenzialmente devastanti.
Riuscire a “sfruttare” questa complementarietà porterebbe grandi benefici nel breve e nel lungo termine, ma nonostante ciò le differenze tra genitori e figli in termini di competenze, esperienze e consapevolezze vengono più spesso viste, da tutti, come ostacoli impossibili da superare.
Inutile spiegare come questo renda infinitamente più complesso il compito educativo genitoriale, ma anche la possibilità che i figli si sentano compresi, riconosciuti ed accettati viene profondamente intaccata da questo stato di cose.
Ed è proprio qua che, in qualità di Psicologa Digitale posso intervenire io, se un genitore lo desidera: nella convinzione che non si possa educare senza conoscere, aiuto infatti il genitore ad acquisire nuove conoscenze, competenze e consapevolezze relativamente al digitale, alle strategie di utilizzo e di comportamento più adeguate, ma lo sostengo anche nel gettare un ponte, basato su una comunicazione onesta ed empatica, verso i propri figli, con l’obiettivo di ridurre conflitti ed incomprensioni tra le due parti.
Allo stesso tempo, tale intervento può essere esteso non solo ai figli stessi, ma anche a qualsiasi adulto in quanto educatore di minori, a prescindere dal ruolo specifico che assume nella società (nonni, zii, docenti, pedagogisti, pediatri, neuropsichiatri infantili, psicologi come me, ecc.).
Ho scelto di occuparmi di Educazione Digitale
perchè, anche se spesso c’è bisogno di più tempo di ciò che vorremmo per imparare a farlo, vivere positivamente quest’era digitale è non solo possibile, ma anche auspicabile...per il bene di tutti.
Proprio da questa certezza si avvia, in questi giorni, la mia collaborazione con l'APS Ciciulio di Mamme: una collaborazione che nasce con l’obiettivo di rispondere ai tanti dubbi che quotidianamente si presentano in famiglia riguardo al rapporto tra minori e dispositivi digitali!