In alcuni paesi si utilizza di routine, mentre in Italia ancora non sempre viene inteso come documento “ufficiale”, normalmente in un piano nascita vengono riportate richieste che prevedono il rispetto della fisiologia, ancora attuata in tanti punti nascita. L’obiettivo è riuscire a farsi ascoltare ma usarlo anche come strumento di consapevolezza dei diritti della partoriente e del bimbo, gli aspetti da considerare sono molti e bisogna prendersi il tempo per rifletterci. Innanzitutto bisogna sapere quali sono i diritti che possiamo far valere in questa situazione: ci sono almeno due punti di riferimento a cui possiamo fare riferimento: Dopo esserti informata correttamente, aver conosciuto e attivato le proprie competenze, risorse endogene ed esogene, con il piano del parto si procede a scrivere le proprie richieste. Quindi dopo aver stilato, da sole o col partner o con la persona che seguirà il parto, punto per punto quali sono i desideri per il travaglio parto , post-partum e cure neonatali , il piano del parto può essere recapitato in struttura dove si intende partorire o consegnato e apposto in cartella e visionato dall’equipe che assisterà al parto al momento del ricovero. Siamo tutte diverse uniche e speciali e con il diritto di essere protagoniste del proprio parto! Basta volerlo!Il Piano del parto o Birth Plain è un accordo scritto e firmato tra la partoriente/ coppia e la struttura in cui ha deciso di partorire, o con il ginecologo o l'ostetrica che la segue.
una sorta di strumento di ‘autodifesa’ dalla medicalizzazione del partoPresupposti per un piano del parto:
Ecco i principali argomenti citati sul piano del parto:
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