È ormai risaputo come la precoce introduzione di eccessive quantità di sale nella dieta dei nostri bambini possa predisporli ad obesità, ipertensione ed altre patologie.
Le papille gustative del bambino sono molto sensibili (o meglio, funzionano ancora bene, a differenza delle nostre) e un eccesso di sale rischia di desensibilizzarle, portando poi la futura popolazione adulta ad un eccessivo in-take di sodio nella loro dieta; per questo è bene non abituare i bambini a cibi particolarmente salati.
Cerchiamo quindi di capire quanto è corretto assumerne e quanto effettivamente ne consumiamo.
L’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) raccomanda un consumo di sale inferiore o al massimo uguale a 5 grammi (1 cucchiaino raso) al giorno.
Nei bambini se ne consiglia, invece, la totale assenza fino all’anno di età, in seguito non più di 2 g fino ai due anni, per poi uniformarsi gradualmente alle quantità previste per gli adulti. L’OMS stessa stima, invece, un consumo in Europa superiore ai 10 grammi al giorno, ovvero il doppio della dose massima indicata.
Dalla tabella si evince che le quantità di sale raccomandate sono abbastanza piccole o ci sembreranno tali: 6 g, la dose di sale per un adulto.
Per un neonato fino all’anno (ovvero durante lo svezzamento) la quantità raccomandata massima è 1 g (poco più della punta di un cucchiaino).
Da zero a sei mesi, infatti, il bimbo non riesce ad eliminare il sodio efficientemente a livello renale. È importante quindi non aggiungere sale ai cibi dei bambini o al latte artificiale perché questi alimenti ne contengono già la giusta quantità; il bimbo esclusivamente allattato al seno riceve esattamente la quantità di sodio di cui necessità.
L’articolo non vuole, tuttavia, con questi numeri risultare troppo schematico e indicare quantità precise da rispettare assolutamente, bensì lo scopo è quello di fornire al lettore delle linee guida in modo da renderlo capace di gestire in modo corretto le quantità. Anche perché, diciamocelo, un po’ di sale ci sta, però è anche vero che oggi ne usiamo troppo (spesso senza rendercene conto) e che troppo nuoce alla nostra salute.
Impariamo, allora, a leggere le etichette, anche quelle degli alimenti per bambini, e ci accorgeremo che è davvero facile raggiungere o addirittura superare le dosi raccomandate già solo con gli alimenti che mangiamo o che diamo da mangiare ai nostri figli senza sale aggiunto, per cui non può più sorprenderci che si dica di non salare le pappe dei bambini durante lo svezzamento.
Diminuendo gradualmente le quantità di sale che utilizziamo, ci si renderà conto che sarà sempre più facile consumarne di meno, senza dover per questo rinunciare al gusto.
Ecco dei piccoli escamotage per ridurre l’introito di sale giornaliero:
- Utilizzare spezie, erbe aromatiche (fin dalle prime pappe si può usare prezzemolo, maggiorana, timo, origano, etc), limone, cipolla per insaporire i piatti;
- Aggiungere il sale quasi a fine cottura (non a tavola);
- Preferire frutta e verdura fresche e di stagione piuttosto che surgelate;
- Limitare l’uso di cibi precotti, in scatola, affumicati o prodotti industriali troppo elaborati perché contengono enormi quantità di sale.
Ricordiamoci di approfittare del fatto che i nostri bimbi possono mangiare esattamente quello che mangiamo noi. La regola, quindi, vale per grandi e piccini:
MENO SALE PER TUTTI e sicuramente faremo la scelta più giusta, regalando ai bambini una sana abitudine da portare con sé nell’età adulta!