
Scritto da: Barbara Privitera Se hai partorito da poco e sei alle prese con la gestione di un neonato, forse, dovresti sapere due cosine! Dopo le dimissioni dall’ospedale ti ritrovi a casa con il tuo bambino e capita spesso che, soprattutto alla prima esperienza, entriamo nel panico perché non riusciamo a capire che cosa possa avere: non comprendi alcuni suoi comportamenti e non riusciamo a decifrarne il pianto. Quando è nata mia figlia Irene (nel 2015) non avevo idea di come cercare di consolare i suoi pianti. La prima cosa che ho vissuto è il panico e la frustrazione di non sapere come gestirla. Ho risolto i miei problemi e imparato a gestire meglio la situazione grazie ai consigli di un’ostetrica. Una cosa che mi ha insegnato è che un neonato non piange sempre e solo per fame (cosa inculcata dalle nostre mamme, nonne, zie…). Un neonato piange per tantissimi motivi. I neonati, dopo la nascita, vivono una fase che si chiama “esogestazione” (fino a circa i 9 mesi). In questa fase un neonato vive in simbiosi con la propria mamma come se fosse ancora all’interno del pancione e si sente come un tutt’uno con lei. Durante questo periodo bisogna fare attenzione a due bisogni che sono assolutamente fisiologici del neonato: -il bisogno di contatto -il bisogno di contenimento Il primo, lo dice la parola stessa, riguarda il bisogno del neonato di avere contatto, soprattutto con la propria mamma. Questa è un vera e propria esigenza che non può essergli negata. E’ un bisogno fisiologico peculiare della nostra specie. BISOGNO DI CONTATTO – PIANTO DEL NEONATO – ACCUDIMENTO E CONTATTO CON LA MAMMA Per questo motivo, si dice che . E’ così che si favorisce il raggiungimento ottimale dello sviluppo psicofisico del bambino. Non lo dico io, ma tanti studiosi! Il secondo bisogno, quello di contenimento, è . Considerate che vostro figlio ha vissuto per nove mesi all’interno di uno spazio ristretto in cui era al calduccio e si sentiva protetto.Hai mai fatto caso che un neonato messo su un lettino tende a tremare e ad allargare le braccia? Il vuoto lo spaventa perché contrasta l’ambiente uterino. Questo viene chiamato riflesso di Moro, accentuato nei primi giorni di vita, ma che tenderà a scomparire nei mesi a seguire. Si sentirà contenuto, così come lo è stato per 9 mesi.Ci tenevo a fare chiarezza su questi due bisogni perché molte neo mamme entrano in crisi durante i primi giorni di vita del loro bambino.Per concludere, voglio lasciarti con un consiglio che ritengo sia quello più importante e non considerarlo un luogo comune: E’ questa la vera soluzione. Inutile farsi prendere dall’ansia e dal panico, tuo figlio ha bisogno di te e devi solo assecondarlo.Lo so, è stancante, ma ricorda che nulla è per sempre con un neonato e le cose cambiano da un giorno all’altro.Un neonato vuole solo una cosa: stare con la sua mamma. Tu e lui, soprattutto nelle prime fasi di vita, siete un’unica cosa, non dimenticarlo mai!In bocca al lupo e per qualunque cosa, sai che , ti sosterrà sempre!
Sono tre processi inscindibili.
tenere in braccio un neonato non è un vizio ma un vero e proprio bisogno
Tenere in braccio un bambino, prenderlo in braccio quando piange e allattarlo a richiesta deve essere considerato come un’attività normale.
il bisogno di essere circondati da qualcosa
Come puoi soddisfare questi bisogni?
impara a respirare!
Ciciulio di Mamme community